Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica
Ufficio Centrale per lo sviluppo e la gestione del Sistema Informativo
MetoDoc v1.0

 

4. Metodologie di riferimento

Nel panorama attuale si sono ormai imposte alcune teorie che hanno dato prova di estrema validità anche per la produzione industriale di software gestionale e si sono diffuse in tutto il mondo. La caratteristica fondamentale di queste metodologie è quella di aver determinato una corrispondenza diretta tra l’approccio concettuale e quello tecnico.

Gli ultimi venti anni sono stati caratterizzati da un forte incremento delle applicazioni orientate alla gestione dei database: attualmente la base dati è una componente essenziale di un qualsiasi sistema informativo. Alla fine degli anni sessanta, quando sono stati realizzati i primi pacchetti applicativi di tipo gestionale, i programmatori erano una sorta di operai specializzati con molti strumenti irregolari. L’organizzazione di un database veniva spesso confusa con l’uso degli strumenti utilizzati per la sua realizzazione. Poi i metodi e i modelli di gestione di un database si sono evoluti in parallelo con il progresso dei sistemi tecnologici. Oggi viviamo nell’era dei sistemi relazionali ed esiste una salda struttura teorica per la gestione delle basi di dati.

Attualmente le metodologie per la produzione del software non sono molto diffuse tra le grandi organizzazioni sia di utenza che di produzione, ciò è comunemente considerato uno dei più rilevanti motivi che determinano il fallimento dello sviluppo di molti sistemi informatici. Una delle cause principali del mancato approccio metodologico è la mancanza di chiarezza riguardo ai concetti di "dato" e di "astrazione a livello concettuale". La consapevolezza di ciò ha portato verso la scelta di metodologie che evidenziano l’importanza di un approccio concettuale alla progettazione di software per la gestione di database e lo pongono come un’attività essenziale nello sviluppo dei sistemi informatici.

I modelli concettuali sono dei mezzi per descrivere la realtà di interesse attraverso schemi e diagrammi. La qualità dei risultati degli schemi non dipende solamente dall’abilità dell’analista, ma anche dalla solidità del modello scelto. Alla base di tutti i modelli concettuali viene posta una piccola collezione di meccanismi di astrazione e di primitive: classificazione, aggregazione e generalizzazione.

I DBMS relazionali rappresentano ormai una realtà consolidata per la rappresentazione e la gestione dei dati e gli ambienti di sviluppo ad eventi permettono di realizzare pacchetti applicativi sempre più evoluti a partire dalla modellazione a livello concettuale.

 

Le metodologie prese integralmente come riferimento sono:

Inoltre a Batini va la paternità del piano metodologico.

Coad e Yourdon hanno suggerito tecniche per la individuazione delle classi di oggetti e il diagramma Stati-Eventi, ritenute interessanti anche in vista di un’evoluzione verso una metodologia orientata agli oggetti.

Infine sono stati presi spunti da Santucci per la parte di progettazione modulare, da Ghezzi per la formalizzazione del diagramma Stati-Eventi e per il DataDictionary, da Ausiello per la progettazione di algoritmi fondamentali.